"Cinelli e il design, Cinelli e l'arte, sono due facce della stessa medaglia". Lo ha detto in un'intervista alla Bikeroom TV Antonio Colombo, patron di Columbus - storico marchio del ciclismo italiano - e titolare di Cinelli per oltre quarant’anni. Un creativo per vocazione, il cui DNA è sempre stato lo stesso di Cino Cinelli, vincitore del Giro di Lombardia 1938 e della Milano-Sanremo 1943, e fondatore del brand che oggi è conosciuto (e riconosciuto) in tutto il mondo per le sue bici iconiche, espressione di stile, arte, passione ed eleganza, i quattro pilastri del marchio milanese: "Mi fa piacere che tanti giovani riconoscano in Cinelli i miei stessi valori - disse Antonio Colombo - perché cosi è più facile far capire la storia che c'è dietro una bicicletta". Ma quando comincia la storia delle bici Cinelli?

Bici Cinelli, un manifesto di creatività e riscatto
La storia della bicicletta è stata influenzata da così tanti fattori culturali (dall'emancipazione femminile alle incredibili innovazioni nel design) tanto da farla diventare un vero manifesto di vita e creatività, ma anche un oggetto d'arte e da collezione. E le bici Cinelli si sono sempre distinte per la capacità di saper coniugare tutti questi elementi, grazie all'estro e all'intraprendenza del suo fondatore Cino e alla visione creativa e internazionale di Antonio, timoniere lungimirante.
Cino Cinelli è stato un ciclista professionista su strada dal 1937 al 1944 nonché presidente dell'Associazione Corridori Ciclisti Italiani, fondata insieme agli amici Fausto Coppi e Gino Bartali per rappresentare gli interessi dei ciclisti con il CONI e la FCI. Dopo aver sperimentato la delusione della sconfitta a causa di diversi guasti meccanici durante le gare, decise che a fine carriera si sarebbe dedicato ad approndire la tecnologia della componentistica, convinto che si potesse ampiamente migliorare. Così, nel 1947, a tre anni dal suo addio alle corse e dopo aver avviato una società di marketing (Cinelli & C), cominciò la sua avventura anche nella commercializzazione dei manubri e deglli attacchi manubrio prodotti dai fratelli, mettendo in campo l'esperienza acquisita nel ciclismo su strada e dando il là a tante innovazioni utilizzate ancora oggi: il manubrio in alluminio, la scocca della sella in plastica, le cinghie dei pedali e i primissimi pedali a sgancio rapido.
Dalle Olimpiadi di Roma al record dell'ora
I primi 30 anni di Cinelli, dal 1947 al 1977, sono stati costellati di momenti che hanno segnato svolte decisive per l’azienda di Caleppio di Settala, alle porte di Milano. Il primo di questi risale al 1960, durante le Olimpiadi di Roma, quando Cino Cinelli, condividendo lo stand con l'amico Tullio Campagnolo, presentò quello che sarebbe diventato il prodotto simbolo del marchio: l'attacco manubrio 1A in alluminio accompagnato dalla relativa serie di manubri.

Fin da subito, l’attacco 1A si distinse per la sua superiorità tecnica e sicurezza: a differenza degli altri modelli dell’epoca, che utilizzavano un semplice dado e bullone, il 1A adottava un sistema proprietario di tubi e bulloni che, abbinato ai manubri Cinelli, garantiva una chiusura perfettamente parallela eliminando il rischio di "pizzicare" le barre. Queste ultime, insieme ai manubri, subirono anche un sofisticato processo di anodizzazione che conferì all’alluminio il caratteristico aspetto "lattiginoso". La complessità e l'alto costo di questa finitura non solo resero i prodotti Cinelli immediatamente riconoscibili rispetto alla concorrenza, ma li protessero anche da imitazioni, trasformandoli in un autentico marchio di fabbrica e simbolo di qualità. Nacquero così le prime vere icone della produzione Cinelli. Una di queste, la Cinelli Supercorsa, diventerà presto un'icona di stile in tutto il mondo.
Cinelli Supercorsa, icona di stile.
Il 1968 è l'anno del primo record dell'ora stabilito in sella a una bici Cinelli (il secondo arriverà 17 anni dopo). Ole Ritter, stradista e pistard danese, battè il suo record in sella al modello da strada Speciale Corsa che per un periodo fu venduta col nome di "Super Corsa" a causa di una mal interpretazione del fornitore che aveva realizzato le decalcomanie. Questo piccolo errore fu uno spunto di marketing per realizzare volutamente, nel decennio seguente, delle decalcomanie "Speciale Corsa" per le bici Cinelli. Solo in seguito, per evitare ulteriori confusioni, il modello fu battezzato definitivamente col nome Supercorsa, utilizzato ancora oggi su quella che si può definire come una delle bici più longeve della produzione Cinelli, che da oltre 70 anni racchiude tutti i segreti e le innovazioni maturate nel corso della sua evoluzione.

1978-2021, l'era di Antonio Colombo
Antonio Colombo prende le redini di Cinelli nel 1978, quando era leader di mercato nei tubi d'acciaio. La sua passione per le biciclette e la sua creatività (doti che colpirono il cuore di Cino Cinelli) diedero al brand una prospettiva ancora più brillante ed internazionale. Il primo passo di Colombo fu ridisegnare la "Super Corsa", introducendo anche un restyle del logo commissionato all'allora giovane architetto Italo Lupi, che in seguito disegnerà anche per Prada, Fiorucci e le Olimpiadi di Torino. "Dopo 30 anni di ciclismo - riportava il claim della campagna pubblicitaria dell'epoca - siamo sempre giovani. Con una grande tradizione alle spalle, e un futuro davanti". Il nuovo e oggi iconico logo Cinelli è diventato quello più imitato del ciclismo moderno nonché uno dei primi a prendere completamente le distanze dal simbolo araldico creato da Cino: un elmo da cavaliere ispirato a quello che il padre teneva in casa, poggiato su uno stemma composto da un giglio rosso (simbolo di Firenze, città natale di Cino Cinelli) e da un serpente verde (simbolo della Milano che l'ha adottato).

Antonio Colombo è stato al timone di Cinelli fino al 2021, anno in cui ha ceduto integralmente le proprie partecipazioni nella società titolare del marchio. Questo lungo periodo di lavoro è stato segnato non solo da innovazioni tecnologiche ma anche da collaborazioni creative internazionali. Dagli anni '80 della Milano da bere fino ai giorni nostri, Cinelli cresce e si sviluppa aprendosi al mondo dell'arte, della moda e del design, contaminando e lasciandosi contaminare. Nascono così i primi progetti:
- il primo nastro manubrio;
- il primo catalogo;
- la prima linea di abbigliamento del marchio;
- la prima mountain bike in Europa - Rampichino - modello che permette a Cinelli, qualche anno più tardi, di diventare leader italiano del settore.
Poi è la volta di Gran Ciclismo, il primo negozio lifestyle targato Cinelli a vendere anche brand outdoor esteri come Oakley e Patagonia. Tra i clienti della prima boutique del ciclismo milanese c'è anche Eric Clapton.
Milano, 1987. Eric Clapton riceve una Cinelli Supercorsa da Antonio Colombo.
Il "grande ciclismo" Cinelli, un mix di stile e innovazione
Il "grande ciclismo Cinelli" si esprime non solo nel marketing ma anche nella produzione. Il periodo che va dalla metà degli anni '80 alla metà degli anni '90, infatti, vede la nascita di progetti e componenti innovativi e lungimiranti a tal punto da essere considerati in qualche caso persino "scomodi".
Ne è un esempio l'introduzione nel 1995 delle estensioni manubrio Spinaci, definite dalla prestigiosa rivista americana Bicycling Magazine come "l'unico cambiamento degno di nota nella posizione del ciclista negli ultimi dieci anni". Il successo è sorprendente, segnato dalla vendita di 20.000 pezzi al mese. Tra gli utilizzatori, tanti team professionistici non sponsorizzati. Ma la gioia dura appena due anni, interrotta nel 1997 da un controverso e contestato divieto UCI.
Team Carrera, 1995. Le estensioni manubrio Spinaci Cinelli montate sulle bici di Chiappucci e Pantani.
Gli anni di Colombo in Cinelli sono stati anche una continua espressione di stile, eleganza e novità nella componentistica: dal modello Supercorsa limited edition realizzato in collaborazione con il marchio luxury Fornasetti, al brevetto della scatola movimento centrale "Spoiler", utilizzata non solo sulle bici Cinelli ma anche da famosi telaisti in tutto il mondo.
Ma è con l'arte che Cinelli ha sempre avuto un rapporto speciale: dall'amicizia nata a Milano tra Antonio Colombo e un giovane Keith Haring, si sviluppò un asse creativo che portò a due prodotti Cinelli, una mountain bike arancione e il telaio da inseguimento Laser, in esposizione al centro di New York. Qualche anno dopo, Colombo raggiunse Haring nella grande mela per riprendersi il telaio Laser, trovandola dipinta con delle figure interconnesse che scorrevano su entrambi i lati delle ruote a disco. Qualche anno più tardi, il modello Laser Evoluzione vinse il Compasso d'Oro, il più alto riconoscimento nel mondo del design.

Milano, 1987. Antonio Colombo per artribune.com con la Cinelli Laser dipinta da Keith Haring.
Con la sua apertura al mondo e le sue intuizioni (dalle bici urban ed endurance senza nome, ribattezzate bootleg, all'attacco manubrio Alter, esempio più estremo di lavorazione CNC presente sul mercato) Antonio Colombo dimostrò che bellezza e tecnologia potevano sposarsi anche in forme di design più semplici come la bicicletta. Un esempio fu il RAM, primo modello di manubrio e attacco manubrio integrati in un unico pezzo di fibra di carbonio. Il prodotto fu un successo immediato, in particolare tra i ciclisti professionisti, e molto imitato negli anni a venire. Gilberto Simoni vinse il Giro d'Italia 2003 proprio con il RAM, affermando che la migliore rigidità e presa gli permisero di capire meglio la sua bici e guidarla in modo più aggressivo.
Giro d'Italia 2003, Monte Zoncolan. Gilberto Simoni sferra l'attacco in salita alzandosi sui pedali e poggiando le mani sul manubrio RAM Cinelli.
Oggi, dopo l'uscita dalla società, Antonio Colombo ha intrapreso un nuovo percorso culturale e professionale fondando l'Archivio Antonio Colombo, un progetto autonomo e indipendente dedicato alla valorizzazione della sua esperienza nei settori della bicicletta, della grafica e dell'arte.
Dall'amore per la strada a quello per la pista
La storia delle bici Cinelli è anche un percorso visivo fatto da tanti "frame" che hanno plasmato gli standard del ciclismo moderno: dal manubrio 64 che Cino Cinelli sviluppò per Felice Gimondi (più "dolce" rispetto al 65 di Eddie Merckx) alla vittoria di Lance Armstrong al Tour de France 1999, l'ultimo grande trionfo di un attacco manubrio "a penna" Cinelli 101.
La storia recente di Cinelli racconta un altro grande amore, quello per la pista. Vent'anni fa viene lanciato Vigorelli, il nuovo telaio da pista in alluminio semplice, multiuso e performante, prodotto ancora oggi perché diventato un'icona del nascente movimento delle bici da pista urban, utilizzato e amato proprio da tutti: Nazionale Italiana di ciclismo su pista, studenti, designer, Kanye West, i campioni del Red Hook Criterium, il famoso circuito che in seguito verrà sponsorizzato da Cinelli per 5 anni, che col suo team vincerà più volte sia i campionati individuali che quelli a squadre, diventando anche la prima azienda italiana a fare un'operazione di questo tipo.

Dalla collaborazione con Barry McGee, famoso street artist americano, nasce un telaio Supercorsa da pista in edizione limitata, esposto per la prima volta in una mostra a San Francisco, città legata a Cinelli anche per una partnership con il gruppo MASH, collettivo di appassionati di bici da pista urban, che porta al lancio del loro primo prodotto a marchio congiunto, un telaio da inseguimento urbano su pista con grafiche grigie tono su tono della leggenda dello skate Benny Gold. Ma è solo il primo di altri prodotti nati da questa collaborazione che nel 2013 fa vincere al team Cinelli-MASH la prima gara a squadre del Red Hook Criterium in sella ai telai Cinelli-MASH Parallax.
Scopri la collezione di bici Cinelli 2025 disponibili su bike-room.com
Tra le tante bici da corsa e gravel Cinelli sempre disponibili su bike-room.com, ci sono anche i due modelli di punta del 2025: Pressure II e Zydeco King II. Scopriamo insieme le caratteristiche principali di queste bici da strada e gravel Cinelli.
Bici da corsa Cinelli Pressure II 2025
Nata per le competizioni. Pressure II è il massimo del design Cinelli in fatto di bici da corsa dove tutto, dalle misure del reggisella ai cavi integrati, è stato riprogettato per ridurre il peso del telaio del 5% rispetto al modello precedente. Inoltre, il layup in fibra di carbonio della Pressure II rappresenta ciò che il team di ricerca e sviluppo Cinelli e i ciclisti professionisti ritengono essere il miglior rapporto tra risparmio di peso, rigidità da gara e affidabilità. In linea con i più recenti studi aerodinamici, resistenza al rotolamento e, soprattutto, l'ibridazione continua della bici da corsa, Pressure II è la nuova incarnazione del modello aero per eccellenza. In altre parole, un'accelerazione esplosiva e una maneggevolezza mai provata prima.
Bici gravel Cinelli Zydeco King II
Zydeco King II è la bici gravel più veloce e leggera mai realizzata da Cinelli. Il trait d'union perfetto tra gare gravel UCI, ultra distanza, percorsi misti e veloci, allenamenti invernali, cicloturismo e viaggi in bikepacking. Zydeco King II è un ulteriore passo in avanti verso l'esplorazione senza limiti, la versatilità e le performance su ogni tipologia di terreno. Inoltre, il telaio in carbonio ottimizzato per ospitare ruote più larghe, le geometrie rivisitate per un comfort prolungato e un nuovo sistema di fissaggio degli accessori, fanno dell'iconico modello gravel della casa milanese la scelta migliore per chi vuole pedalare anche su strade sterrate più avventurose e impegnative con la sicurezza e la stabilità che una bici Cinelli può offrire.
(Fonte: cinelli-milano.com e cinellivintage.it)


